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Charles Baudelaire – Aldo Sterchele

Mi piace rievocare quell’epoca primeva
quando Febo le statue di puro oro accendeva,
l’uomo e la donna, agili sapevano godere,
liberi da menzogna, senza ansia nel piacere,
sul dorso le carezze d’un cielo incantato,
il corpo in esercizio, d’energia infiammato.
La fertile Cibele, generosa, dei figli
non ancora sentiva il gran peso, gli artigli.
Ma, come lupa tenera che tutto ha in comune,
nutriva l’universo con le mammelle brune.
Forte, elegante, sano, l’uomo era molto fiero
delle bellezze poste nel cerchio del suo impero:
frutti privi d’oltraggio, immuni da ferita,
carne liscia, compatta, che a mordicchiare invita!
Quando il Poeta, oggi, vuole dare una forma
alle antiche purezze e nei luoghi soggiorna
dove l’uomo o la donna il corpo nudo porge,
sente che un cupo gelo nell’anima lo avvolge
dinanzi al nero quadro ch’è fonte di spavento.
O mostri che rimpiangono il loro abbigliamento!
O ridicoli tronchi, torsi bizzarri e tronfii,
poveri corpi storti, cascanti, mosci o gonfi,
che, appena nati, il dio dell’Utile, crudele
e sereno, fasciò con metalliche tele!
E voi donne, ahimè, pallide come ceri, sciupate
da un’assidua deboscia, e voi che trascinate,
vergini, del materno vizio l’eredità
e tutte le miserie della fecondità.
Certo, noi possediamo, civiltà decadute,
bellezze che agli antichi erano sconosciute:
volti rosi e segnati dalla lebbra del cuore,
che potrebbero dirsi bellezze di languore.
Ma codester invenzioni di poeti estenuati
non potranno impedire ai popoli malati
di porgere con grazia questo profondo omaggio:
– Sei sacra, giovinezza: sul volto un dolce raggio,
occhio limpido e chiaro come l’acqua corrente,
su tutto tu riversi, pura e indifferente
come l’azzurro cielo, come gli uccelli e i fiori,
i tuoi profumi, i canti, i dolcissimi ardori!.

Charles Baudelaire
(Da ” I fiori del Male”)

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” Insegnami a volare “
Aldo Sterchele