” Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere
in cui il vino si fa luna e specchio.
Cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.”
Julio Cortazàr
” Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere
in cui il vino si fa luna e specchio.
Cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.”
Julio Cortazàr
” A volte mi chiedo se la realtà esiste davvero, se c’è veramente una natura delle cose, obiettiva e intatta.
O se tutto ciò che ci accade è già modificato in anticipo dalla nostra immaginazione.
Se sognando qualcosa gli diamo vita. ”
” Mariposa variopinta con le ali spiegate a tagliare l’aria….
come foglie cadenti, ceh restano sospese e
….complice il vento, volano ontano
….volano
…non si posano
….si lasciano trasportare con leggerezza.
Mariposa variopinta, ti inebri di colori, di musica,
volteggi su lievi petali e scruti l’intimo bocciolo,
da cui sorbire accogliente delizia,
e librarti ancora con luminosa armonia. ”
” Mariposa ”
Annika Satta
C’è nell’intimità degli uomini un confine
che né l’amore, né la passione possono osare:
le labbra si fondono nel terribile silenzio
e il cuore si spezza per amore.
Anche l’amicizia qui è impotente, e gli anni
pieni di felicità alta infiammata,
quando l’anima è libera e distratta
dal lento languore della voluttà.
Pazzo è colui che vi si appresta,
raggiungerlo è morire d’angoscia…
Ora puoi capire perché non batte
il mio cuore sotto la tua mano.
Ho detto alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare.
Perché sperare sarebbe sperare la cosa sbagliata;
Di stare ad aspettare senza amore.
Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata;
Ma resta ancora la fede.
Ma fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa.
Aspetta senza pensare, perché non sei pronto per pensare.
E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza.
Amore non dannarmi al mio destino
tienimi aperte tutte le stagioni
fa che il mio grande e tiepido declino
non si addormenti lungo le pulsioni
metti al passivo tutte le passioni
dormi teneramente sul cuscino
dove crescono provvide ambizioni
d’amore e di passione universale,
toglimi tutto e non mi fare male.
Amore non dannarmi
” La notte ”
So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente
e gli esseri che la vivono niente.
Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
nell’enorme vuoto dei secoli
che ci graffiano l’anima con i loro ricordi.
Ma la notte deve conoscere la miseria
che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
sapendoli pieni di interessi, di non incontri.
Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n’è andato per sempre.
Un giorno torneremo ad essere.
COPRIMI
Mentre dormirò, tu mi coprirai?
Se avrò quel freddo
di un inverno che nevica dentro
mentre fuori sfioriscono glicini e lillà
tu mi coprirai?
Non chiedo al tempo
ne’ alla memoria lenzuola coi merletti
mi basterà solo un maglione buttato sulle spalle
che porti quell’odore di tristezza
così tuo da farmi quasi male
e quell’odore di pelle matura
sul mio bocciolo in fiore
nascosto da una consueta timidezza
che sa quasi di mare
Se in un giorno di sole, io avrò freddo,
mentre dormirò; nel tuo respiro,
Tu mi coprirai ?
Beatrice Niccolai
“Alle soglie del nuovo giorno un’alba dal cielo terso accoglierà un volo di speranza aquiloni diretti verso il solebdove il Cristo dei giustiattende i fratellid’ogni razza e coloredove Dio-padre buono veglierà sui suoi figli forse la macchina uomo fermerà i suoi ingranaggi torneranno a suonare le campane e la preghiera sarà un canto d’amore per l’umanità.”
L’alba di domani – Luciano Somma
Stamane tu dormivi ancora quando mi sono svegliato. A poco a poco uscendo dal sonno, ho sentito il tuo respiro leggero e attraverso i capelli che ti nascondevano il viso ho visto i tuoi occhi chiusi. Ho sentito la commozione che mi saliva dalla gola e avevo voglia di gridare e svegliarti perché la tua stanchezza era troppo profonda e mortale. Nella penombra la pelle della tue braccia e della tua gola era viva e io la sentivo tiepida e asciutta: volevo passarvi sopra le labbra ma il pensiero di poter turbare il tuo sonno e di averti ancora sveglia fra le mia braccia mi tratteneva. Preferivo averti così come una cosa che nessuno poteva togliermi perché ero il solo a possederla, una tua immagine per sempre. Oltre il tuo volto vedevo qualcosa di più puro, di più profondo in cui mi specchiavo: vedevo te in una dimensione che comprendeva tutto il mio tempo da vivere, tutti gli anni futuri e tutti quelli che ho vissuto prima di conoscerti, ma già preparato a incontrarti. Questo era il piccolo miracolo di un risveglio: sentire per la prima volta che mi appartenevi non solo in quel momento e che la notte si prolungava per sempre accanto a te, nel caldo del tuo sangue, dei tuoi pensieri, della tua volontà che si confondeva con la mai. Per un attimo ho capito quanto ti amavo, Lidia; è stata una sensazione così intensa che ne ho avuto gli occhi pieni di lacrime: era perché pensavo che questo non dovrebbe mai finire, che tutta la nostra vita doveva essere come il risveglio di stamane. Sentirti non mia, ma addirittura parte di me, una cosa che respira e che niente potrà distruggere se non la torbida indifferenza di un’abitudine, che vedo come l’unica minaccia. E poi ti sei svegliata e sorridendo ancora nel sonno mi hai baciato e ho sentito che non dovevo temere niente, che noi saremo sempre come in quel momento: uniti da qualcosa che è più forte del tempo e dell’abitudini.
Michelangelo Antonioni
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