Archivi categoria: Pablo Neruda

Pablo Neruda – Omar Galliani

Ho dormito con te tutta la notte Tutta la notte ho dormito con te vicino al mare nell’isola eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno tra il fuoco e l’acqua. Forse assai tardi i nostri sogni si unirono nell’alto onel profondo In alto come i rami che muove uno stesso vento in basso come rosse radici che si toccano. Forse il tuo sogno si separò dal mio e per il mare oscuro mi cercava come prima come quando non esistevi quando senza scorgerti navigai al tuo fiancoe i tuoi cercavano ciò che ora pane, vino, amore e collerati do a mani piene.Perché tu sei la coppa che attendeva i doni della mia vita.Ho dormito con te tutta la notte mentre l’oscura terra gira con vivi e con morti e svegliandomi d’improvviso in mezzo all’ombra il mio braccio circondava la tua cintura ne la notte ne il sonno poterono separarci. Ho dormito con te e svegliandomi la tua bocca uscita dal sonno mi diede il sapore di terra d’acqua marina di alghe del fondo della tua vita e ricevetti il tuo bacio bagnato dall’aurora come se mi giungesse dal mare che ci circonda.

Pablo Neruda

Omar Galliani Artist
Omar Galliani Artist

Pablo Neruda – Igor Zenin

E quando viene il sonno
a distendermi e portarmi
nel mio stesso silenzio,
c’è un gran vento bianco
che abbatte il mio sonno
e da esso cadono le foglie,
cadono come coltelli
su di me dissanguandomi.

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Fotografia Igor Zenin

E ogni ferita ha
la forma della tua bocca.

La terra

La terra verde s’è abbandonata
a tutto il giallo, oro, messi,
zolle, foglie, frumento,
ma quando l’autunno si leva
col suo ampio stendardo
sei tu quella che vedo,
per me è la tua chioma
che riparte le spighe.

Vedo i monumenti
d’antica pietra spezzata,
ma se tocco
la cicatrice di pietra
il tuo corpo mi risponde,
le mie dita riconoscono
d’improvviso, turbate,
la tua calda dolcezza.

Passo tra gli eroi
appena decorati
dalla terra e dalla guerra
e dietro loro, muta,
coi tuoi piccoli passi,
sei o non sei?

Ieri quando estrassero
dall’ímo, per vederlo,
il vecchio albero nano,
ti vidi uscire guardandomi
dalle torturate
e assetate radici.

E quando viene il sonno
a distendermi e portarmi
nel mio stesso silenzio,
c’è un gran vento bianco
che abbatte il mio sonno
e da esso cadono le foglie,
cadono come coltelli
su di me dissanguandomi.

E ogni ferita ha
la forma della tua bocca.

Pablo Neruda

 

Pablo Neruda – Valentin Rekunenko

Quando le tue mani vengono,
amore, verso le mie,
cosa mi recano volando?

Le tue mani

Quando le tue mani vengono,
amore, verso le mie,
cosa mi recano volando?
Perchè si son fermate
sulla mia bocca, d’improvviso,
perchè le riconosco
come se allora, anzi,
le avessi toccate,
come se prima d’essere
avessero percorso
la mia fronte, il mio fianco?

La loro morbidezza veniva
volando sopra il tempo,
sopra il mare, sopra il fumo,
sopra la primavera,
e quando tu posasti
le tue mani sul mio petto,
riconobbi quelle ali
di colomba dorata,
riconobbi quella creta
e quel colore di frumento.

Gli anni della mia vita
camminai cercandole.

Salii le scale,
attraversai le scogliere,
mi portarono i treni,
le acque mi condussero,
e nella pelle dell’uva
mi sembrò di toccarti.

Il legno d’improvviso
mi recò il tuo contatto,
la mandorla m’annunciava
la tua morbidezza concreta,
finchè si chiusero
le tue mani sul mio petto
e lì come due ali
terminarono il loro viaggio.

Pablo Neruda
( I versi del Capitano)

Valentin Rekunenko Artist
Valentin Rekunenko Artist

Pablo Neruda – Oksana Zhelisko

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio: “La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza”.
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa io l’ho tenuta tra le braccia.
L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch’io l’amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l’ho più. Sentire che l’ho persa.
Sentire la notte immensa, ancora più immensa senza lei.
E il verso scende sull’anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna di averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d’allora, già non siamo gli stessi.
Io non l’amo più, è vero, ma quanto l’ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D’un altro. Sarà d’un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l’ho più, è vero, ma forse l’amo ancora.
E’ così breve l’amore e così lungo l’oblio.
E siccome in notti come questa l’ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d’averla persa. Benché questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa, e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

P. Neruda

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Oksana Zhelisko Artist