Pablo Neruda – Igor Zenin

E quando viene il sonno
a distendermi e portarmi
nel mio stesso silenzio,
c’è un gran vento bianco
che abbatte il mio sonno
e da esso cadono le foglie,
cadono come coltelli
su di me dissanguandomi.

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Fotografia Igor Zenin

E ogni ferita ha
la forma della tua bocca.

La terra

La terra verde s’è abbandonata
a tutto il giallo, oro, messi,
zolle, foglie, frumento,
ma quando l’autunno si leva
col suo ampio stendardo
sei tu quella che vedo,
per me è la tua chioma
che riparte le spighe.

Vedo i monumenti
d’antica pietra spezzata,
ma se tocco
la cicatrice di pietra
il tuo corpo mi risponde,
le mie dita riconoscono
d’improvviso, turbate,
la tua calda dolcezza.

Passo tra gli eroi
appena decorati
dalla terra e dalla guerra
e dietro loro, muta,
coi tuoi piccoli passi,
sei o non sei?

Ieri quando estrassero
dall’ímo, per vederlo,
il vecchio albero nano,
ti vidi uscire guardandomi
dalle torturate
e assetate radici.

E quando viene il sonno
a distendermi e portarmi
nel mio stesso silenzio,
c’è un gran vento bianco
che abbatte il mio sonno
e da esso cadono le foglie,
cadono come coltelli
su di me dissanguandomi.

E ogni ferita ha
la forma della tua bocca.

Pablo Neruda